Roma, autobus a metano arrivano finalmente in strada dopo due anni, ma non sono quelli del Giubileo. Una lunga storia
Roma si prepara ad accogliere sulle sue strade nuovi autobus. Un passo in avanti che la città aspettava da quasi due anni e che dopo un lungo iter, vedrà finalmente la realizzazione del progetto. Una svolta importante per la Capitale che da sempre soffre delle difficoltà legate al trasporto pubblico, soprattutto quello su strada. Pochi gli autobus che non sempre riescono a coprire le tratte, molti dei quali datati e con non pochi problemi. Note, ormai, le immagini dei mezzi che spesso vanno a fuoco. Con i bus nuovi si fa un deciso passo avanti ma c’è da dire che questi non sono quelli elettrici attesi per il Giubileo. Vediamo tutti i dettagli.
Roma, autobus a metano in strada: i dettagli
Sono 22 i nuovi autobus che saranno in circolazione per Roma, nei prissimi giorni, sono alimentati a metano e sono lunghi 12 metri, consegnati finalmente dal Comune di Roma ad Atac. Una consegna attesa dall’estate del 2022 su un ordine che risale addirittura al 2019. Tempi biblici per il consolidamento del progetto, ma come si dice in questi casi: meglio tardi che mai.
I mezzi sono stati acquistati per 3,2 milioni di euro finanziati con fondi del progetto “Più Bus per Roma” – PON React-EU, acquistati dal Comune che ora, finalmente, li ha consegnati in modo ufficiale ad Aac per la messa in esercizio. Come anticipato non si tratta dei nuovi mezzi a emissioni zero (ben 411) attesi per il Giubileo, quelli a cui dovrebbe essere affidata la svolta green della città. Sono dei “classici” bus a metano che inquinano di più di quelli con la spina ma sono di certo nuovi e più sicuri di quelli ormai datati che rischiano ogni giorno di andare a fuoco.
Il motivo di tanto ritardo
I 22 bus che entreranno in circolazione si lasciano alle spalle una lunga storia. Una gara d’appalto ampia, divisa in tre lotti, dedicata proprio ai mezzi a metano con un ordine emesso nel 2021. Perché tutto questo tempo? Secondo la deliberazione la pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo hanno rallentato la ricerca nei materiali e dunque la consegna dei mezzi.