Gli esperti parlano chiaro, ci stiamo avvicinando alla sesta estinzione di massa. Ma chi riguarderà? Vediamo se è il caso di preoccuparsi.
Gli attuali cambiamenti climatici hanno portato gli esperti a parlare di sesta estinzione di massa, ma fino a che punto è il caso di preoccuparsi? Ricordiamo ancora la più celebre della storia, quella che 66 milioni di anni fa portò alla scomparsa dei dinosauri e molte altre specie viventi, in seguito alla collisione della Terra con un asteroide. Si trattò di un evento epocale, in quanto cancellò il 76% delle specie mondiali.
Tragica ma non unica, quell’estinzione di massa fu preceduta da altre apocalissi, per un totale di cinque in 4,5 miliardi di storia del pianeta. Considerando un’estinzione di massa un evento raro ma non impossibile, il MailOnline ha voluto chiedere agli scienziati cosa potrebbe scatenare la sesta e la loro risposta ha fatto inorridire gli ascoltatori, lasciando intendere che potrebbe essere già in atto.
La prima risale a ben 444 milioni di anni fa, in un periodo in cui la la vita sulla Terra era ridotta alle specie marittime e stavano comparendo le prime piante. Dagli studi scientifici emerge l’ipotesi che si trattò del risultato del raffreddamento globale e della riduzione del livello del mare: questo ebbe un effetto drammatico per la sopravvivenza delle specie che occupavano le acque costiere. La seconda, invece, avvenne 383 milioni di anni fa con eruzioni vulcaniche che rilasciarono 1 milione di kilometri cubi di lava e anidride solforosa nell’atmosfera, causando la scomparsa del 75% di tutte le specie per mancanza d’ossigeno.
La terza accadde 252 milioni di fa ed in termini di danni è stata la più catastrofica, quella che ha influenzato il clima del pianeta: tutto ciò che oggi ha vita deriva dal solo 10% sopravvissuto a quell’apocalisse. Anche in questo caso si trattò di un’eruzione molto grande che rilasciò nell’aria, in acqua e sulla Terra una quantità enorme di sostanze chimiche, privando il pianeta dello strato di Ozono.
Più o meno 201 milioni di anni fa, un’altra estinzione fu il risultato dell’acidificazione degli oceani a causa dei gas immessi nell’atmosfera dai vulcani, i quali portarono la Terra a riscaldarsi tra 5 e 11 gradi Fahrenheit. Infine, 66 milioni di anni fa avvenne la quinta ed ultima che tutti conosciamo per la scomparsa dei dinosauri, risultato della caduta di un asteroide largo 12 km nei pressi dell’attuale Yucatan.
Cosa (pre)dire del futuro? Non esistono minacce provenienti dallo spazio, né eruzioni vulcaniche prossime. Tuttavia, quella che gli scienziati moderni chiamano sesta estinzione di massa è il risultato graduale della rivoluzione industriale, una crisi di biodiversità, la diffusione di virus, l’inquinamento e il cambiamento climatico. Le specie animali e vegetali stanno via via scomparendo, lasciando intravedere grandissimi somiglianze con le precedenti estinzioni di massa, considerando il fatto che non si tratta di eventi che portano cambiamenti da un giorno all’altro ma graduali nel tempo. Facendo dei paragoni utilizzando reperti fossili, oggi il tasso di estinzione di molte specie è addirittura più alto di quando furono cancellati dal pianeta i dinosauri. Procedendo a questi ritmi, rischiamo un’apocalissi di quella portata tra circa 240-250 anni.
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