Una cosa sono le tendenze modaiole che si alternano rapidamente dettando lo stile e i must del momento per quanto riguarda abiti, accessori, make-up. Un’altra cosa, completamente diversa, sono i grandi classici della moda destinati a restare punti di riferimento in fatto di classe ed eleganza anche mentre le generazioni si susseguono e i trend vengono dimenticati. L’errore da evitare a tutti i costi, certo, quando si parla di classici della moda è pensare soltanto a nomi come quelli di Coco Chanel o Miuccia Prada, capostipiti di un certo approccio al (ben) vestire. C’è una scuola più moderna di stilisti che sono stati altrettanto capaci di cambiare le regole del fashion e che è altrettanto difficile verranno dimenticati presto per l’impatto che hanno avuto sul sistema moda: eccone tre da scoprire – o riscoprire – nel 2023.
Il primo tra i designer intramontabili a cui prestare attenzione nei mesi a venire è Simon Porte Jacquemus. A dieci anni esatti dal suo esordio alla Settimana della moda parigina, è uno degli stilisti preferiti dai Millennials per come ha saputo trasformare la semplicità in lusso e in eleganza. L’abbigliamento Jacquemus donna è ispirato alla Provenza, alla rassicurante tranquillità della vita di campagna e a una figura femminile forte come deve essere stata la madre dello stilista, protagonista di molti dei racconti che accompagnano capi e collezioni. Materiali apparentemente grezzi come lino, cotone, lana sono una costante delle proposte moda del brand Jacquemus: a ogni release si rinnovano, però, e cambiano faccia a dimostrare che c’è sempre modo di fare spazio a una nuova, migliore versione di sé.
Senza dubbio le vicende personali – e in particolar modo la morte all’età di quarantuno anni a causa di un tumore di cui non aveva quasi mai parlato pubblicamente – hanno contribuito a fare di Virgil Abloh uno dei designer intramontabili degli ultimi tempi, capaci di segnare una generazione di fashion addicted e che molta influenza avranno anche su quelle future. Proveniente dal mondo dello streetwear, lo stilista fu il primo a giocare di contaminazioni tra stili e ispirazioni diversi, prima come direttore artistico di Luis Vuitton e poi con la fondazione di Off-White. Sono state soprattutto le ultime collezioni a sdoganare capi tecnici e indumenti simbolo della sottocultura di strada come capi e accessori adatti a tutte le occasioni, anche le più formali, e a dimostrare che non ci sono campi in cui le collaborazioni tra creativi non possano avvenire e avere risultati sorprendenti.
Abloh è un ottimo rappresentante, per altro, di una nuova generazione di stilisti che non sono solo stilisti ma anche esteti, artisti, imprenditori, qualche volta persino influencer: in una sola parola – quella che gli addetti ai lavori usano sempre più spesso per etichettare questa nuova classe di designer intramontabili – multi-hyphenate. Tra di loro ci sono anche Alessandro Michele e Stella McCartney, per citare due nomi molto noti anche al grande pubblico. Tra i designer da tenere d’occhio quest’anno se si sposa una certa idea olistica di moda ci sono, però, soprattutto Yoon e Verbal di AMBUSH: il marchio, molto amato dalle star internazionali e dai rapper, mixa una serie di sottoculture diverse e provenienti da paesi differenti con le linee classiche e pulite del design giapponese.
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