L’Husky napoletano: ecco il cane che nei suoi ululati prova a riprodurre una frase in dialetto napoletano: “Ma che vuo’!“
Tutto quello che ci serve e che immaginiamo è presente su internet. Sì, di tutto, compreso un cane che parla napoletano. Ovviamente parliamo di concetti esposti all’eccesso, ma che rendono perfettamente l’idea di cosa riesce a fare questo Husky. Ci troviamo davanti uno dei tanti esempi, presenti su internet, della particolarità di questo tipo di cane, non comune all’abbaiare e molto più a suo agio nella verbalizzazione di suoni anomali che riconoscono subito la sua razza: gli ululati.
Dagli ululati al napoletano: ecco l’Husky che urla “ma che vuo’!“
Gli Husky sono una razza molto particolare e che ha dietro di sé una storia unica che li allontana idealmente, in maniera preponderante, dalle figure che oggi assumono come cani di compagnia. Li vediamo nei video rotolarsi a terra, giocare e ululare, in cerca di continuo affetto e di legami. Quegli stessi cani che oggi noi viviamo come semplici animali da compagnia, hanno origine in Siberia e il loro allevamento era direzionato al lavoro. Cani da slitta, da traino, che fungevano da sostegno delle attività dei paesi siberiani. Un allevamento che racconta di questo, di un animale ottimo per sopravvivere agli ambienti rigidi, con una muscolatura importante e un’ottima capacità di orientamento.
Nel ‘900 dalla Siberia furono portati in Alaska, in situazioni ambientali decisamente meno rigide ma che richiedevano simili esigenze. Così, dopo molti anni e allevamenti per il sostentamento delle attività dell’uomo in Alaska, la razza degli Husky si espanse a macchia d’olio in tutta l’America, soprattutto dopo il grande successo delle slitte trainate da questi cani per riuscire a portare il siero anti difterite nel 1925, in una epidemia di difterite.
Cani da slitta: ecco gli Husky e i loro particolari ululati
Così la nomea di questi cani arrivò ovunque e oggi li ritroviamo nelle nostre case ad ululare e riprodurre i suoni. Sì, perché questo cane non è solito abbaiare, ma normalmente riproduce dei suoni in forma di emulazione. Un aspetto naturale molto comune in molti animali, meno nel mondo nella specie canide. Tanti i video ironici di questi bellissimi cani che, con i loro occhi chiari e il pelo bianco, cantano, urlano e, appunto, riproducono i suoni prodotti dalle persone con i quali convivono.
“Ma che vuo’!” un modo molto simpatico di interagire con il proprio cane, ma cosa riesce a replicare l’Husky? Sembra una domanda inutile ma è importante sottolineare che il cane non sa parlare, lo sviluppo della parola è qualcosa di astratto che non riguarda il mondo canino. La riproduzione di un suono, di una cadenza, molto fissa in tutte le lingue e, soprattutto, molto accentuata nell’accento napoletano che presenta forti intercalari e vocali molto allungate, che possono, in un certo senso, sostituirsi ad un ululato.