In un programma radio, Laura Pausini ricorda quando Michael Jackson le telefonò per proporle una collaborazione.
Ai microfoni della trasmissione radio BSMT Basement, la cantante Laura Pausini ricorda una sorpresa accadutale più di 20 anni fa, quando Michael Jackson le telefonò a casa per proporle una collaborazione per partecipare a una canzone di beneficenza dalla genesi travagliata, un progetto musicale corale che prevedeva la partecipazione di tante star della musica pop mondiale.
La Pausini ammette che, in quell’occasione, era stata colta alla sprovvista: “Ero scioccata, mi vergognavo, era Michael Jackson, chi c’è dopo di lui? Nessuno”, e così inizia a raccontare di questa collaborazione, che poi sarebbe terminata con la registrazione del brano “What more can i give”, pezzo corale pubblicato per beneficenza, per raccogliere fondi per le famiglie delle vittime dell’11 settembre.
La genesi di “What more can i give”: Laura Pausini racconta della telefonata con Michael Jackson
Michael Jackson iniziò a scrivere la canzone già nel 1992, con il titolo provvisorio di “Heal LA”, e ci lavorò per tutti i primi anni ’90, perché voleva inserirla nello splendido “History”, album capolavoro del 1995, pieno zeppo di singoli che hanno scalato le classifiche mondiali. Tuttavia, il pezzo non fu mai finito e venne accantonato, fino al 1999, quando, durante un appuntamento con Nelson Mandela, Jackson non riprese a lavorarci.
L’intento era quello di farlo uscire per raccogliere fondi per la guerra in Kosovo, ma i numerosi impegni gli impedirono di terminarlo prima della fine della guerra. Solo nel 2001, a seguito dell’attacco alle Torri Gemelle di New York, e dopo la pubblicazione dell’ultimo album in vita, “Invincible”, MJ decise di ricominciare a lavorare al brano, modificando il titolo in “What more can i give”.
Storia di un brano ostacolato e misconosciuto nato con tutte le buone intenzioni
L’idea era quella di replicare il successo clamoroso di “We are the world”, uno dei brani più celebri degli anni ’80, nonché della storia della musica, scritto e composto dallo stesso Jackson per raccogliere fondi per l’Africa. E così, il cantante contatta tantissime pop star mondiali (nulla a che vedere con i giganti della musica presenti in “We are the world”), radunandoli per le registrazioni del singolo.
Oltre a Celine Dion, Mariah Carey, Anastacia, Tom Petty, Nick Carter dei Backstreet Boys, Beyoncé, Justin Timberlake, nel gruppo figurano anche Julio Iglesias, Ricky Martin, Shakira e Laura Pausini, questi ultimi cantanti nella versione in spagnolo “Todo para ti”.
Poco prima del lancio, però, Jackson giunge ai ferri corti con l’etichetta Sony, dando il via a una micidiale guerra per i diritti sulle canzoni, accusando la Sony di razzismo e sciogliendo la sua storica collaborazione. Per questo motivo, il videoclip del brano venne cancellato e “What more can i give” non potè uscire, se non alla fine del 2023, solo in streaming, passando quasi del inosservato.
I soldi guadagnati per la raccolta fondi, comunque, andarono in beneficenza per i bambini di alcune fondazioni. Insomma, nonostante tutto, una bella esperienza, anche se gli artisti spagnoli non ebbero modo di vedersi, ma registrarono la propria parte separata, e poi il tutto venne assemblato in studio. La Pausini non lavorò mai insieme a Michael Jackson.