Nei paesi sviluppati una delle principali cause di decesso è legata all’infarto cardiaco. Diventa quindi di vitale importanza andare a capire quali sono i principali sintomi per poter intervenire prontamente ma anche i fattori di rischio che aumentano la probabilità di avere un infarto.
Uno dei più chiari sintomi dell’infarto cardiaco riguarda il dolore principalmente al petto come un peso, un macigno opprimente. Dalla cavità toracica, il dolore si irradia soprattutto al braccio sinistro, e però è importante sapere che questi sono sintomi soprattutto e si evidenziano soprattutto nei maschi. Invece, per le donne è più facile che il dolore si avverta maggiormente alla schiena. La sensazione dolorosa può arrivare a prendere addirittura la mandibola. Il dolore è persistente e non passa nemmeno mettendosi a riposo.
Quando il cuore è sotto sforzo, si presenta anche uno stato di affaticamento e debolezza generale. Anche il respiro è quello tipico di chi è sotto sforzo; è corto e affannoso come dopo aver corto o fatto uno fatto fisico.
Essendo coinvolta tutta la zona centrale del petto, i sintomi possono anche essere di tipo gastrico. Infatti, è possibile che quando appaiono problemi al cuore, si avverta anche un senso di nausea, reflusso e inappetenza.
La presenza di uno o addirittura più sintomi deve subito vado a correre all’ospedale senza tempo da perdere le esitazioni. L’osservazione dei sintomi è particolarmente importante perché è il primo campanello di allarme che non va assolutamente sottovalutato e preso alla leggera.
Uno dei principali fattori di rischio dell’infarto riguarda la presenza di colesterolo, un denso grasso che ha l’antipatica abitudine di depositarsi all’interno della vene, andando a restringere il passaggio per il sangue diretto un cuore. Occorre quindi controllare la dieta per ridurre il consumo di elementi di origine animale, latticini compresi, e favorire invece prodotti integrali nonché frutta e verdura che non devono mai mancare a ogni pasto e spuntino della giornata.
Sempre per tenere sotto controllo il colesterolo ma anche il peso corporeo, i cardiologi consigliano di effettuare un movimento fisico. La sedentarietà risulta infatti un altro fattore di rischio assieme al sovrappeso e obesità. Non occorre arrivare a fare la maratona ma bastano 30 minuti di blanda attività fisica al giorno per fare la differenza, tra cui anche semplicemente camminare a ritmo un po’ sostenuto.
L’età è un altro fattore di rischio legato all’infarto. È abbastanza comune che le persone superati i 65 anni di età abbiano un decisivo aumento di patologie cardiovascolari che concorrono a creare un quadro di salute compromessa che può richiedere il trasporto con il servizio di ambulanza privata a Roma per recarsi a visite e controlli periodici o saltuari. Infatti, diverse persone che hanno avuto e sperimentato l’infarto del miocardio, oggi preferiscono spostarsi con un’auto medica privata per garantirsi un trasporto sicuro e senza alcun tipo di rischio.
la predisposizione e la familiarità vanno annoverati tra i fattori di rischio dell’infarto cardiaco. Vale a dire che chi in famiglia ha dei parenti che hanno avuto problemi di cuore, ha un rischio più alto rispetto ad altri.
Quando si parla di infarto cardiaco, occorre ricordare che tante volte colpisce più spesso le persone di genere maschile. Ciononostante, non bisogna dimenticare che anche le donne possono essere colpite da infarto soprattutto dopo la menopausa poiché viene meno la protezione degli estrogeni.
Dopo aver parlato di dieta e attività fisica, occorre anche ricordare che nel mirino occorre inserire anche i soliti sospetti cioè fumo e alcol il cui consumo e abuso è annoverato tra i fattori di rischio cardiovascolare. In particolare il fumo contribuisce ad aumentare il rischio di problematiche che colpiscono l’apparato vascolare perciò occorre smettere il prima possibile.
Alcuni sostengono che bere un bicchiere di vino rosso al giorno faccia bene al cuore ma in realtà non è esattamente così. Infatti, bisogna ricordare che la dose sicura di alcol da assumere è sempre pari a zero. Naturalmente, la presenza di uno o addirittura tutti questi fattori di rischio, non coincide con la sicurezza matematica di avere un infarto, ma la probabilità è comunque piuttosto alta perciò meglio farci attenzione.
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