Il Quirinale interviene su una questione vecchia di 13 anni tirata in ballo da Pupo e che riguarderebbe l’ex presidente
Uomini della Presidenza della Repubblica che intervengono su una vecchie questione del Festival di Sanremo. Difficile immaginare che davvero possa avvenire una cosa del genere, poiché si tratta della più alta carica dello Stato, è invece è successo, soprattutto per difendere la memoria dell’ex Presidente Giorgio Napolitano.
Facciamo un passo indietro di tredici anni, anzi, prima di qualche giorno. Lo scorso 27 novembre il cantante Pupo, in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, ha detto che il brano presentato al festival del 2010, Italia amore mio, insieme al principe di Casa Savoia Emanuele Filiberto e il tenore Luca Canonici, classificatosi al secondo posto, “aveva vinto il festival” ma “prima della finale i vertici Rai avevano ricevuto una telefonata dalla Presidenza della Repubblica, temevano lo scandalo di un rappresentante di casa Savoia al primo posto a Sanremo”.
Il cantante toscano ha rivelato che la seconda posizione fu frutto di un accordo (a vincere fu Valerio Scanu) proposto dai vertici Rai, che lui accettò. Nella serata in cui fu ospite l’allora Ct della Nazionale italiana di calcio maschile Marcello Lippi, ci fu il picco di ascolti e “avevano capito che avremmo vinto”, afferma Pupo nell’intervista.
Ma quella sera si ruppe la chitarra e l’allenatore fece un promo della canzone, cosa proibita. Pupo racconta che il sabato mattina, quindi poche ore prima della finale, gli fu comunicato che sarebbe stato squalificato. “Mi toglierete la vittoria lunedì mattina – disse – ma io stasera vinco il festival e poi ci vediamo in tribunale. Pensarono a un accordo”, che il cantante accettò.
Ma puntuale è arrivata la smentita tramite l’agenzia di stampa AdnKronos. A parlare è Giovanni Matteoli, portavoce di Napolitano: “La dichiarazione di Pupo secondo la quale la Rai avrebbe cambiato l’ordine dei vincitori del Festival di Sanremo del 2010 per una telefonata del Quirinale mi ha sorpreso. Per quanto ne sappia io e altri collaboratori del Presidente Napolitano, non era certo lui al telefono. Dubito anche che si sia trattato di qualche altro autorevole consigliere della Presidenza della Repubblica, che nel 2010 si occupava di ben altre questioni”. Perché tirare questa storia fuori adesso? Secondo Matteoli “è utile per raggranellare un po’ di visibilità e di audience”.
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