Proprio di recente, gli studiosi hanno rilevato dei movimenti sospetti delle placche tettoniche: se continuano a separarsi il magma salirà in superficie alimentando dei vulcani attivi.
Quel che sta accadendo in Irlanda è la dimostrazione della veridicità dell’allarme appena lanciato dalla NASA: l’aumento del numero di eruzioni dei vulcani attivi è data dallo spostamento delle placche terrestri che permette la fuoriuscita del magma.
Gli esperti dell’Ente responsabile delle attività spaziali e areonautiche, hanno divulgato preoccupazioni e notizie circa il fenomeno ribattezzato come Smoking Mountain, ossia Montagna fumante. L’allarme scatta in seguito al monitoraggio della Erta Ale, una catena di vulcani situata in Etiopia, sito che già da diversi anni mostra dei significativi cambiamenti in fatto di estensione e di profondità. Quel che ne emerge è che il magma sta risalendo in superficie dal centro della Terra.
Grazie al lavoro del NASA Earth Observatory, una delle più importanti fonti di immagini satellitari che consentono lo studio del pianeta, è stato appurato che sulla Erta Ale la situazione è sempre più movimentata. Sembrerebbe che le placche tettoniche si stiano separando l’una dall’altra sotto la Smoking Mountain, ossia il vulcano Erta Ale che conferisce il nome a tutta la catena. Questi movimenti delle placche portano il magma a salire in superficie alimentando l’attività di tutta la catena vulcanica.
Il vulcano, oggi conosciuto anche come “porta dell’inferno”, ha portato la NASA a lanciare l’allarme: nel cratere stagna ormai un lago di lava, sotto osservazione e in agitazione dal 1976. Proprio di recente, l’Ente americano ha registrato ulteriori anomalie dovute a piccole e continue eruzioni, schizzi e colate. Nonostante siano sempre rimasti confinati nel cratere sommitale, la situazione mette in allerta tutti: l’area è inaccessibile e remota ma gli studiosi non escludono che in futuro possano crearsi delle fessure in grado di far fuoriuscire grandi quantità di lava basaltica. Già in passato i fianchi dei vulcani erano stati coperti di lava, per un totale di 30 km quadrati. Resta difficile da prevedere se accadrà nuovamente, tuttavia gli esperti della NASA e l’intera comunità scientifica suggerisce di procedere con il monitoraggio dell’area per evitare problematiche e fenomeni rischiosi.
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