Gli operai dei discount italiani stanno chiedendo in massa alle loro aziende madri di aumentare il numero del personale
Turni massacranti per i dipendenti di tutti i discount d’Italia, l’inflazione ha portato i guadagni maggiori degli ultimi anni, ma i grandi marchi ove facciamo spesa non sembrano voler iniziare ad investire in un ampiamento del personale o anche solamente negli stipendi dei dipendenti. Sono mesi anzi anni che la casse degli italiani si stanno lentamente svuotando, i prezzi si alzano costantemente ma gli stipendi restano stazionari. Solo alcuni marchi privati sono arrivati a capire che i lavoratori per poter vivere in maniera serena con i nuovi prezzi, devono necessariamente vedersi maggiorare le loro entrate.
Purtroppo, la maggior parte dei discount non vede un reale vantaggio nell’alzare gli stipendi o anche solo nel far lavorare i loro stipendiati il corretto numero di ore. Diversi tra i marchi che utilizziamo ogni giorno sono diventati il centro focale degli acquisti degli italiani. I loro prodotti principali sono sottomarche, perfettamente compatibili con la vita che teniamo ogni giorno, ma i loro prezzi restano più bassi dei marchi principali. E in periodi storici come il nostro, si può essere veramente poco schizzinosi, soprattutto con il cibo che mattiamo sulle nostre tavole. Questa la motivazione che ha visto levitare le entrate titoli di marchi come Eurospin e Penny market.
Discount, i luoghi peggiori per lavorare
Marchi di discount che già in tempi normali erano molto utilizzati dalle famiglie medie di tutta la nazione, ma che con l’ultimo periodo si sono ritrovati una fetta di clientela non indifferente. Per poter permettere alle casse di girare però, nelle retrovie, sono presenti centinaia di lavoratori che per un motivo o per un altro, sono costretti a fare turni massacranti. Pochissime nuove assunzioni, spesso si vanno direttamente a prendere degli stagisti, che costano meno, solo per impiegarli nella stessa maniera in cui si impiegherebbero dei lavoratori classici sotto regolare contratto. A natale poi non sarà certo diverso, tra tutti i cibi per le feste e chi fa acquisti all’ultimo, il 25 per molti sarà un giorno come un altro.
Questi discount stanno vivendo un momento d’oro per le loro entrate e i loro dipendenti chiedono solo di assumere più personale, se proprio non si ha voglia di retribuire in maniera corretta i turni che vengono imposti. Diverse testimonianze di lavoratori portano storie assurde. Chi è stato costretto a timbrare alle 21 per poi però rimanere ancora un’ora e passa a sistemare il magazzino. Chi ha riportato le mancanze dell’azienda ed è stato spostato in altri punti vendita lontani da casa. Chi in fine afferma di non aver avuto pause per oltre otto intere ore, neanche un breve momento per il pranzo. Tutto ciò a causa della forte spinta dei discount nell’utilizzare il minor numero di personale possibile per coprire la totalità delle ore settimanali promesse alla clientela.