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Attualità

Filippo aveva già individuato il luogo in cui uccidere Giulia: la nuova ipotesi

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Emergono ulteriori ipotesi sui momenti precedenti l’omicidio di Giulia: “Turetta aveva fatto un sopralluogo per individuare il punto in cui uccidere”.

Foto della povera Giulia (Corriereromano.it)

Si susseguono incessantemente nuove informazioni relative all’omicidio di Giulia Cecchettin. Dalle ultime indiscrezioni, in base ai movimenti della sua Grande Punto, Filippo Turetta potrebbe aver scelto con cura il punto in cui uccidere la sua ex fidanzata. Nell’Ordinanza del gip emerge l’ipotesi secondo la quale il ragazzo “avrebbe scelto” il luogo in cui commettere l’assassinio.

Si stanno ricostruendo gli attimi precedenti al drammatico fatto avvenuto lo scorso 10 novembre e che ha sconvolto l’Italia intera. Secondo quanto scritto nell’Ordinanza, la Fiat Punto nera di Turetta è stata individuata alle ore 17:11 dell’11 novembre, proprio nel luogo della seconda mortale aggressione avvenuta presso il Comune di Fossò, in provincia di Venezia.

Ricostruiti i momenti precedenti l’omicidio di Giulia: forse Turetta aveva individuato il punto in cui agire

L’immagine delle telecamere della Grane Punto nera di Filippo (Corriereromano.it)

Dopo aver ispezionato il luogo, il giovane è tornato indietro per andare a prendere Giulia, attorno alle 17:30, per condurla al centro commerciale di Marghera. Nel frattempo, il 22enne arriverà in Italia sabato prossimo, dove sarà condotto alla casa circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia, non lontano dal palazzo di Giustizia di Piazzale Roma.

Intanto, la situazione si fa ancora più atroce, dal momento che sono stati segnalati alcuni post sessisti pubblicati sui social da Emanuele Compagno, l’avvocato di Turetta. Dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa e che hanno sollevato un polverone, nelle quali l’avvocato definiva Filippo come “un bravo ragazzo che le voleva bene e che le faceva i biscotti”, ora Compagno è sotto accusa per diverse frasi misogine.

La frasi compromettenti dell’avvocato di Turetta

Si tratta di vecchi post, apparsi sui suoi profili personali, ma che rendono la situazione ancora più tesa. In un post del 2015, ad esempio, l’avvocato scriveva “Non capisco cosa ci facciano delle ragazzine vestine da pu***e in giro per il paese”, mentre, nel 2020, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, pubblicava un articolo relativo alle uccisioni degli uomini.

“È giusto ricordare che le vittime ci sono da entrambe le parti”, scriveva. E ancora, nel 2021, si esprimeva così: “L’alcol è una scusante per la donna ma non per l’uomo. Una totale deresponsabilizzazione della donna, come fosse un oggetto incapace di autodeterminarsi”. Insomma, frasi che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. Ora, Compagno è stato affiancato dal legale Giovanni Caruso, per far fronte a un processo che si preannuncia molto complesso.

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