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Contaminazione cibo in Italia, quale evitare di mangiare perché meno sicuro

Con questi dati di Coldiretti sulla contaminazione del cibo in Italia si può scegliere cosa mangiare e cosa evitare, per una dieta più sana.

Baco del pesce (Corriereromano.it)

Negli ultimi anni sempre più famiglie hanno cominciato a prestare più attenzione alla qualità e alla provenienza degli alimenti acquistati. Da una parte questo maggior grado di consapevolezza ha portato all’aumento delle vendite di cibi biologici o a chilometro zero, in media più salutari non solo per noi che li mangiamo ma anche per l’ambiente. Dall’altra ha però reso evidente lo scarto tra prezzo competitivo e qualità tra cui spesso capita di dover scegliere.

Secondo Coldiretti, infatti, è questo il problema principale legato alle questioni di globalizzazione degli scambi e di corsa al ribasso sui prezzi dei prodotti. Per tale ragione Coldiretti ha dunque effettuato un’analisi sulla contaminazione degli alimenti, stilando una lista di quelli che andrebbero evitati, ad esempio a causa della presenza di pesticidi o batteri.

Contaminazione alimentare: i 10 alimenti peggiori da evitare e perché

Alcuni degli alimenti contaminati della lista Coldiretti (Corriereromano.it)

Ma se è vero che le bevande e i cibi nostrani sono 10 volte meno contaminati di quelli stranieri, perché dovremmo interessarci della questione? La risposta è semplice: non sempre nei supermercati e sulle nostre tavole troviamo cibo nostrano e anzi spesso ci ritroviamo ad acquistare alimenti provenienti dall’estero senza nemmeno esserne totalmente consapevoli.

Tra gli alimenti più contaminati possiamo annoverare ad esempio:

  • fichi secchi dalla Turchia (aflatossine),
  • pollo dalla Polonia (salmonella),
  • pesce spada e tonno spagnoli (mercurio), nonché cozze e vongole, che potrebbero risultare dannosi in gravidanza.
  • Ostriche francesi (norovirus),
  • pistacchi dagli Stati Uniti e pistacchi dall’Iran (aflatossine),
  • erbe e spezie dall’India (pesticidi) e
  • litchi dalla Cina (pesticidi).

Tali rischi dipendono dal fatto che in molti Pasi europei o extracomunitari le restrizioni sull’uso e sui residui di sostanze tossiche sono meno stringenti.

Dati preoccupanti: alimenti provenienti dall’estero 10 volte più contaminati dei nostri

Volendo riferirsi a qualche dato numerico, infatti, si potrebbe dire che una media dell’86% dei prodotti contaminati proviene dall’estero. Inoltre dei 317 allarmi rilevati nel 2022, 106 scaturivano da importazioni da altri Stati dell’UE (33%) e 167 da Paesi extracomunitari (53%). Mentre solo 44 (14%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale.

In ultima analisi prediligere i prodotti locali può risultare una scelta vincente da più punti di vista: a fronte di prezzi forse leggermente maggiori delle merci si può andare a guadagnare in qualità. Nonché a risparmiare in termini di emissioni per i trasporti e sostentare l’economia nazione e i piccoli produttori locali. La questione della contaminazione alimentare, infatti, non va affatto sottovalutata e anzi urgono controlli più stringenti sulla qualità dei prodotti esteri e nostrani.

Martina Di Paolantonio

Laureata in moda e appassionata di viaggi e culture dal mondo, mi piace sviscerare le questioni e arrivare dritta al nocciolo

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