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Economia

Assegno di Inclusione, le domande respinte: perché non sono state accettate

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Domande per l’Assegno di Inclusione non accettate: ecco tutti i motivi per cui le richieste possono essere state respinte.

Le domande per l’Assegno di Inclusione sono state respinte: i motivi – CorriereRomano.it

A partire da venerdì 26 gennaio sono iniziate ad arrivare le risposte da parte dell’Inps sull’accettazione o meno delle domande per l’Assegno di Inclusione. Secondo le note trasmesse, l’Istituto nazionale della previdenza sociale ha già respinto oltre il 26% delle domande presentate. Le principali cause che hanno determinato la non accettazione sono dovute al superamento delle soglie di reddito o alle omesse dichiarazioni delle attività lavorative. Queste non sono, però, le uniche ragioni per cui le richieste sono state respinte. I motivi possono infatti essere molteplici.

Motivi per cui le domande per l’Assegno di Inclusione non sono state accettate: ecco i più diffusi

Assegno di Inclusione: motivi per cui le domande possono venire rifiutate

L’Assegno di Inclusione consiste in un sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, composto da due parti: un’integrazione del reddito familiare fino a una soglia (quota A) e un sostegno per i nuclei residenti in abitazione concessa in locazione con contratto ritualmente registrato (quota B). Sul portale dell’Inps si legge che l’Assegno di Inclusione (ADI) è una «misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro, istituita a decorrere dal 1° gennaio 2024 dall’articolo 1 1 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85».

Venerdì scorso, 26 gennaio, l’Inps ha iniziato a erogare i pagamenti di 287mila Assegni di inclusione. Delle 446.256 domande pervenute, però, l’Istituto nazionale della previdenza sociale ne ha respinte 117.461. Nella nota diffusa dall’ente previdenziale si legge infatti che delle 446.256 domande, di cui 418.527 con Pad sottoscritto, «117.461 sono state respinte per mancanza di requisiti. Tra le principali cause risultano: esito negativo sopra soglia su Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica), superamento delle soglie di reddito, omessa dichiarazione dell’attività lavorativa».

La nuova Legge di Bilancio 2024 ha introdotto l’Assegno di Inclusione, che in parte va a sostituire il precedente Reddito di Cittadinanza. I requisiti per accedere al sostegno economico non sono però cambiati. Il valore Isee, ad esempio, è sempre di 9.360 euro, mentre il reddito familiare non deve superare i seimila euro. Sono cambiati, invece, i criteri per il calcolo del parametro di scala di equivalenza, che potrebbe aver comportato il superamento delle soglie reddituali e la mancanza del requisito economico.

Il nucleo familiare del richiedente deve avere un reddito familiare inferiore a una soglia di seimila euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza Adi. Il parametro, pari a 1 per il nucleo familiare, è incrementato fino a un massimo complessivo di 2,2 ulteriormente elevato a 2,3 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza. Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza la soglia di reddito familiare è fissata in euro 7.560 annui, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza ADI.

L’ADI è riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente minorenne o con disabilità o con almeno sessant’anni di età, in condizione di svantaggio (grave disagio bio-psico-sociale) e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

 

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